PROGETTO RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary
Choreography Anni ‘80/’90
PROGETTO RIC.CI
RECONSTRUCTION ITALIAN CONTEMPORARY CHOREOGRAPHY ANNI ‘80-’90
ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini
organizzazione e comunicazione Silvia Coggiola
fotografie Alberto Calcinai
FRAGILI FILM / SOLO AGLI SPECCHI
regia e coreografia Marianna Troise
riallestimento a cura di Marianna Troise e Susanna Sastro
coordinamento Gennaro Cimmino e Rebecca Curti
interpretazione Maria Avolio, Mariapia Capasso, Ludovica Zoina
costumi Carla Colarusso
musiche originali Daniele Sepe
light designer Gianluca Sacco
re – edit musiche a cura di Vito Pizzo
realizzazione scene Ciro Rubinacci
produzione KÖRPER | Centro Nazionale di produzione della danza
coproduzione Campania Teatro Festival
in coproduzione con Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee
Ravenna Festival, Torinodanza festival | Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali
Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura
Fondazione Toscana Spettacolo onlus
in collaborazione con Fondazione Milano – Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi”
durata 35 minuti
RIC.CI
RECONSTRUCTION ITALIAN CONTEMPORARY CHOREOGRAPHY ANNI ‘80-’90
ideazione Marinella Guatterini
Nato da un osservatorio a carattere internazionale e da generali premesse, il Progetto RIC.CI punta a dare risalto e dunque a (ri) mettere in moto la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni Ottanta sino alla fine dei Novanta. In un Paese cui la memoria fa difetto in molti ambiti, non solo quello culturale o performativo, questo capitolo del nostro passato artistico è infatti pressoché dimenticato, ma in esso risiedono i germi di una creatività tutta italiana e di una capacità di progetto, – spesso in bilico tra danza, arti visive, poesia e letteratura -, nsorprendentemente originale. Tutta la danza contemporanea italiana odierna necessita di poggiare su di un’impalcatura di “pensiero in movimento”, per citare Rudolf Laban, che l’ha preceduta e costituisce la sua propria “tradizione del nuovo”, acquisendo, in questo modo, un peso specifico maggiore tra le arti performative nel nostro Paese e all’estero.
Gli obiettivi del Progetto RIC.CI, ideato nel 2010 e solo un anno dopo, nel 2011, già al nastro di partenza, non sono stati sino ad oggi delusi. Anzi, raggiunti e superati più di ogni rosea speranza. Ciò si deve non solo alla forza di un’idea, probabilmente necessaria al di là di chi l’ha stesa, ma anche al costruttivo scambio, per una volta culturale e artistico, con organizzatori italiani di prim’ordine.[…] Fermamente convinta che le idee più forti e calzanti in un’epoca storica non possano che meglio perfezionarsi in una collettività di “pensatori” disposti anche a battersi e a confrontarsi con irruenza e passione per sostenere opinioni convergenti o divergenti, il Progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ’80/’90 vede sino ad ora realizzati almeno quattro dei suoi iniziali Leitmotive.
Il primo: è evidenziare e rendere chiaro da dove sono partiti taluni importanti coreografi italiani oggi sicuramente riconosciuti come tali.Il secondo: è facilitare quel passaggio di consegne a giovani emergenti in qualità di interpreti di coreografie del passato, ma anche di assistenti alla ricostruzione delle pièce prescelte.
Il terzo: permane la restituzione al pubblico italiano, – tra l’altro, e per fortuna, molto più aduso a fruire e ad apprezzare la danza contemporanea di quanto non lo fosse trenta o vent’anni or sono – di coreografie o performance dalla certa e inossidabile forza espressiva. Taluni spettatori “maturi” ne serberanno il ricordo, per altri si tratterà di novità assolute.
Il quarto: è la creazione di un esemplare “corpus” coreografico, esportabile anche all’estero, in cui la danza italiana di ricerca e/o contemporanea mostri di avere una storia e una tradizione di indiscutibile valore […].
Marinella Guatterini
FRAGILI FILM
In un momento assai pesante della mia vita, mi è stato richiesto di riprendere un lavoro degli anni ‘80, il lavoro di una giovane donna che, spudoratamente, si raccontava rubando senso e valore alle parole della poesia di Milli Graffi, attraversandole e donando nuovo egoistico significato al suo Fragili Film… cambiai anche il mio titolo rubando quello di Milli… era molto più bello!
Ma il gioco dello specchio era iniziato quando creai il Solo agli specchi inserito nel mio omaggio al lavoro dell’artista Gianni Pisani, mio marito e grande amore della mia vita.
Già allora l’esperienza era quella di forzare il segreto dell’altro, entrare nell’enigma, far parte del gioco, essergli fatale e così, in questo pedinamento fascinoso e pericoloso cercavo le mie tracce, allora come ora, nell’illusione della danza mia…
Marianna Troise
È un lavoro che si sviluppa su due livelli, due zone di intervento e speculari. La poetessa Milli Graffi dice nelle sue note: “La parola è sempre una traccia, un sintomo, un segmento di perdute munificenze e completezze. Il coccio, il frammento scelto e focalizzato tra altri, contiene impliciti percorsi interni, volute e rotondità, o spigolosità consone ad una struttura ormai sommersa, mancante; nella traccia è utilizzabile sia il limite residuo di quella struttura, sia la libertà di capovolgere o modificare la funzione. Non c’è grande differenza tra le tracce proprie, personali, i sedimenti inconsci e …quelle altrui, intelligibili, impenetrabili, fraintendibili”. La mia operazione è stata quella di saccheggiare le sue parole e unirle alle mie, svuotarle del loro primo significato e regalargliene un altro.
“Il deserto” della pagina bianca di Milli diventa il deserto del mio spazio vuoto; ma “andando a vedere”, i deserti vivono nei nostri segni, sottratti all’accesso di senso. Il gioco dello specchio continua, più intrigante che mai; oggi non è più solo il mio riflesso che vedo, ma le sue parole saccheggiate che mi ritornano (in)contro, cariche del mio gesto, aggredite dalla mia esuberanza. La sezione orizzontale di questo “gioco al rimbalzo” è il “momento dell’altrove”, della finzione scenica che cattura il progetto della parola e lo tradisce in un effetto che lo tradisce nel suo prodursi. Sub-Bus è dunque il mio tradimento a Fragili film. Nel gioco dei contrasti tra il prima e il dopo, il dentro e il fuori, il pieno e il vuoto, percorro una pista già nota e vado … “al mio ritorno”. Attraverso le metafore, le immagini, i vagabondaggi della mente e del cuore, cerco l’inizio del “ciclo magico” che non si arrende mai e che la morte “dettaglio fatale” determina e inscrive in un circuito bloccato, chiuso nel rapporto “inesorabile ed uguale “della madre e del suo
frutto, della terra e del suo figlio…”.
Marianna Troise
ASCOLI PICENO_TEATRO DEI FILARMONICI venerdì 24 ottobre ore 19
Biglietti euro 8 in prevendita QUI
ABBONAMENTI DAL 10 SETTEMBRE
ABBONAMENTO INTERO FESTIVAL [9 spettacoli] 50 euro
ABBONAMENTO A TEATRO [4 spettacoli: Teatro Ventidio Basso e Teatro dei Filarmonici] 30 euro
INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI & PREVENDITE
BIGLIETTERIA DEL TEATRO PIAZZA DEL POPOLO 0736 298770
dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16.30 alle ore 19.30
BIGLIETTERIA PRESSO I LUOGHI DI SPETTACOLO
aperta mezz’ora prima dell’inizio
INFOLINE attiva i giorni del festival 338 2812334
INFO AMAT 071 2072439 [lunedì – venerdì orario 10 – 16]
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