Doppio appuntamento con L’eterno marito da Fëdor Dostoevskij nell’adattamento di Davide Carnevali il 9 maggio al Teatro della Concordia di San Costanzo e l’11 maggio al Tiberini di San Lorenzo in Campo per TeatrOltre, festival ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dall’AMAT con 10 Comuni del territorio marchigiano, palcoscenico ampio per le più importanti esperienze dei linguaggi contemporanei giunto alla ventunesima edizione.
Siamo ancora in grado di esercitare la cura? Di essere padri, maestri, guide? Da questo provocatorio monito lanciato da Dostoevskij nasce L’eterno marito, in scena un viaggio tra il sogno e la realtà dentro i movimenti dell’animo umano con Ciro Masella e Francesco Villano, per la regia di Claudio Autelli.
In alcuni periodi, nel corso della vita, capita di rendersi conto che l’immagine che ci siamo scelti, o meglio che desideriamo per noi stessi, ci guardi dall’alto e ci costringa, come imputati, alla sbarra di un processo che decidiamo di autoinfliggerci. Quanto c’è di obiettivo in questo giudizio? Quanto è frutto del contesto in cui siamo immersi? Oppure, dall’altra parte, rispetto a scelte passate che nei fatti si sono dimostrate sbagliate, è possibile dimenticarne la responsabilità? In generale, giuste o sbagliate, negative o positive, reali o immaginate che fossero queste scelte, siamo in grado di affrontare l’arringa dei sensi di colpa? Quello che ci propone l’autore con questa storia poco conosciuta è un viaggio tra il sogno e la realtà dentro questi movimenti dell’animo umano. La commedia di questo grande autore mantiene un’aderenza con la contemporaneità proprio trattando di due uomini qualsiasi che si trovano a combattere con la paura di non essere all’altezza dalla società, dal giudizio altrui e ancor di più dal loro stesso giudizio nei propri confronti. Questo feroce e autodistruttivo gioco di sfida con i propri fantasmi prende sul palco, le fattezze di un dialogo del protagonista Aleksej con un grottesco conoscente, Pavel, che risorge dal passato.
«Quello a cui assistiamo – nota Claudio Autelli – è un racconto che usa la forma epica e i dialoghi in situazione, il teatro e il cinema, il live e il reperto filmico. Due attori compongono uno spettacolo davanti ai loro spettatori. Trusozkij condurrà il suo amico nelle segrete del suo essere, lo trascinerà in basso al punto che Vel’caninov stesso arriverà a considerare le sue stesse gesta, il rapporto con l’ospite e collega e l’ultimo periodo trascorso insieme in quel teatro, “un’ignobile porcata”. Una storia che si muove sul filo della dicotomia redenzione/perdizione. Una seduta di psicanalisi prima ancora che Freud potesse esporre le sue teorie, una riprova del genio letterario di Dostoevskij espresso in un testo da riscoprire».
In video ci sono Sofija Zobina e Lia Fedetto, le scene sono di Maddalena Oriani, il disegno luci di Omar Scala, le musiche originali e sound design di Gianluca Agostini, i costumi di Margherita Platé, il video di Alberto Sansone. Lo spettacolo è una co-produzione LAB121 / TrentoSpettacoli con il sostegno di NEXT laboratorio per le idee progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, Provincia autonoma di Trento, Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento.
Informazioni: AMAT 071 2072439 – 366 6305500 e biglietterie circuito vivaticket (anche on line), IAT San Costanzo 340 0796684, Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola 0721 734090. Inizio spettacoli ore 21.15.