[ANTEPRIMA]
si è aperta nel 2020 una nuova fase di ricerca per la compagnia Motus
che condurrà al debutto di Tutto Brucia al Teatro India di Roma a settembre 2021
ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni, Stefania Tansini e R.Y.F. (Francesca Morello) alle musiche e lyrics
ricerca drammaturgica Ilenia Caleo
direzione tecnica e luci Simona Gallo
ambienti sonori Demetrio Cecchitelli
produzione Motus con Teatro di Roma, Kunstencentrum Vooruit (BE)
progetto di residenza condiviso da L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza
Emilia-Romagna e Santarcangelo dei Teatri
in collaborazione con AMAT e Comune di Fabriano
nell’ambito di MarcheinVita. Lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma
progetto di Mibact e Regione Marche coordinato da Consorzio Marche Spettacolo
con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna
si ringraziano HĒI black fashion, Gruppo IVAS
APPUNTI DI LAVORO
Il titolo viene da una frase di Cassandra nella riscrittura delle Troiane di Jean Paul Sarte e già di per sé mette a
nudo la traiettoria di questo progetto. Da tempo avevamo desiderio di continuare lo scavo, dopo il viaggio dentro l’Antigone, fra le più scomode figure femminili del tragico che ancora oggi riverberano. Sarà un percorso di ricerca stratificato che, dalle funeste visioni delle Troiane di Euripide, andrà a intercettare, parallelamente, le voci delle nuove schiave di oggi. Ripartiamo dunque dalle figure della tragedia, o meglio dalla dimensione scenica delle Troiane, che è essenzialmente un momento post: dopo la fine di una guerra, dopo la distruzione di un mondo, dopo un disastro umano e ambientale che tanto evoca situazioni tristemente attuali. La ricerca era cominciata prima del lockdown… e ora, trovandoci a fare i conti con i morti numerosi della pandemia, che in molti paesi del mondo continuano ad aumentare spaventosamente, stiamo ripensando il progetto, o meglio esso stesso ha assunto una luce e urgenza nuova. La pandemia e il disastro climatico segnano la fine di un’epoca e Le Troiane iniziano con una FINE. Sono una tragedia anomala, senza conflitto e tessitura, o meglio c’è stato conflitto, ma tutto è finito, tutto è già avvenuto: Ilio è già stata distrutta. L’unico accadimento è la morte di Astianatte, del Bambino. Partiamo dunque da questa immagine per addentrarci nella drammaturgia dello spettacolo che stiamo sviluppando con Ilenia Caleo.
Per la creazione di Tutto Brucia abbiamo pensato inizialmente di aprire il processo creativo a giovani artiste/i organizzando un grande workshop all’Arboreto di Mondaino (uno spazio di residenze vitale, che ha accolto in prova quasi tutte le nostre nuove produzioni) nello scorso novembre, quando i contagi aumentavano inesorabilmente… Hanno aderito alla call più di 1000 artiste/i a testimoniare quanto sia accesa la sete di fare esperienze formative altre, fuori dalle Accademie tradizionali. Ne abbiamo selezionati solo 20 perché con le limitazioni pandemiche non era possibile lavorare con gruppi più grandi, ma è stata una esperienza meravigliosa e fondante, abbiamo aperto e condiviso le aree di ricerca drammaturgica di Tutto Brucia sperimentandovi in forma libera e prorompente. Avevamo già l’idea scenica, uno spazio vuoto coperto di cenere, con alcuni esseri umano/animali carbonizzati (costruiti dall’artista _vvxxii ) autore anche di alcuni accessori e maschere delle performer: silicone e lattice nero lucido come petrolio disciolto, quello che invade le spiagge dopo i frequenti incidenti delle petroliere, o quello sversato nel fiume Niger perennemente in fiamme … A chiudere lo scarno campo scenico un fondale in pvc color notte, in realtà un grande schermo da proiezione riciclato da Alexis che, per Tutto Brucia, abbiamo appeso plissettato sul fondo e adagiato anche sul pavimento… Lo schermo stropicciato è anch’esso un residuo, un segnale, perché non c’è video in Tutto Brucia – è anche questo un passaggio importante nel nostro percorso – proprio ora che tanto si insiste sulle ibridazioni digitali, abbiamo deciso di fare questo lavoro solo con i corpi potenti delle attrici, le loro voci nel vuoto… E il canto: al workshop partecipavano anche musicisti, quando è arrivata Francesca Morello non abbiamo avuto dubbi, era lei la voce ruvida, potente e drammatica che stavamo cercando. Da subito è nata l’idea di tradurre alcune parti delle Troiane in inglese e trasformarle in lirycs: tutto lo spettacolo è accompagnato dal suo canto e dalla sua chitarra amplificata che usa sul palco con looper e vari effetti elettronici implementati dai suoni di fondo del giovanissimo Demetrio Cecchitelli, anche lui conosciuto al workshop di Mondaino. Dopo lunghi confronti e di riflesso all’alchimia straordinaria nata fra Silvia Calderoni, con la quale quest’anno ondividiamo ben 15 anni di lavoro comune, e la giovane danzatrice Stefania Tansini, per noi vera rivelazione per intelligenza scenica e padronanza tecnica, abbiamo deciso che queste tre donne sarebbero bastate per entrare nel cuore delle Troiane. Non era certo nostro interesse fare una messa in scena lineare della tragedia, ma carpirne la tensione emotiva, la dimensione di disperazione per le perdite dei cari, delle libertà e la partenza per una esistenza diasporica forzata, al di là di un mare, che già Sartre, nella sua riscrittura del ‘64, aveva identificato come il Mediterraneo, spostando il popolo greco conquistatore, in una ben precisa Europa dal passato (e presente) crudelmente coloniale.
L’intento era addentrarsi nella tragedia per farla risuonare con il momento: il tema del lutto e dell’impossibilità di celebrare degnamente i corpi – al centro delle Troiane – si è immediatamente innestato sulle perdite per il Covid, i funerali negati… ma anche le bare senza nome dei naufraghi in mare o delle vittime di epurazioni etniche ancora in atto in tanti paesi del mondo… Siamo comunque partiti dal testo, lavorando con Ilenia Caleo che ha fatto un importante lavoro di ricerca drammaturgica, asciugatura e intreccio fra le due versioni, ma arricchendo la drammaturgia di contributi altri, da Judith Butler con Vite precarie a vari testi/saggi su Elena e Cassandra ed Ecuba, le tre figure su cui abbiamo concentrato l’essenza del lavoro, per spaziare in una infinità di letture/visioni parallele legate alla idea di “fine di un mondo” come Esiste un mondo a venire? Saggio sulle paure della fine di Eduardo Viveiros de Castro e Deborah Danowski, Arts of living on a damaged planet di Anna Tsing e il bellissimo TINA. Storie della grande estinzione di Matteo Meschiari e Antonio Vena. È così nata un’opera simbolica ed evocativa, che inevitabilmente oscura… ma colma di abbacinante furore.
Parallelamente stiamo avviando una ricerca più documentaria che sfocerà in un video che affiancheremo allo spettacolo: accoglierà testimonianze di donne africane – ora in Italia – uscite dal sistema della tratta, grazie alla collaborazione con alcune associazioni laiche di volontarie impegnate contro la violenza sulle donne. Un percorso parallelo di ricerca che intreccerà̀ le loro voci con quelle di alcune scrittrici nigeriane che stiamo studiando da tempo.
Motus nasce a Rimini nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, producendo sin dalla fondazione spettacoli di grande impatto, capaci di prevedere e raccontare le più aspre contraddizioni del presente. Il lavoro della compagnia, fatto di teatro, performance e installazioni e accompagnato da un’intensa attività di seminari, incontri e dibattiti, viene presentato in Europa e in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre premi UBU e prestigiosi premi speciali. I registi della compagnia sono direttori artistici del pandemico cinquantenario del Santarcangelo Festival, progetto biennale in tre atti tra luglio 2020 e luglio 2021.
Fabriano_Teatro Gentile 7 agosto 2021 ore 21.30
Biglietti posto unico numerato 15 euro, 12 euro ridotto under 25, over 65 anni, convenzionati vari in prevendita QUI
Biglietteria Teatro Gentile 0732 3644
due giorni precedenti lo spettacolo dalle 16 alle 19
il giorno di spettacolo dalle 19
7 AGOSTO, ORE 19.30 | FABRIANO, LOCALITÀ ATTIGGIO
VISITA ALL’AREA ARCHEOLOGICA DI ATTIDIUM
a cura di Comune di Fabriano / Archeomega / Gli Attidiati