Torna nelle Marche uno degli spettacoli più amati e di successo della scorsa stagione, Don Chisciotte nell’adattamento di Francesco Niccolini, liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra, con Alessio Boni, artista amatissimo dal grande pubblico nel ruolo del titolo, e Serra Yilmaz, musa cinematografica di Ozpetek eccezionale nel ruolo di Sancho Panza affiancati da Marcello Prayer che firma insieme a Alessio Boni e Roberto Aldorasi la regia.
Le occasioni per scoprire tutta la magia di questo allestimento prodotto da Nuovo Teatro con Fondazione Teatro della Toscana sono – nei cartelloni promossi da AMAT con i rispettivi Comuni – martedì 3 e mercoledì 4 dicembre al Teatro dell’Aquila di Fermo, giovedì 5 dicembre al Teatro Gentile di Fabriano, dal 20 al 22 dicembre al Teatro della Fortuna di Fano nell’ambito di FANOTEATRO stagione della Fondazione Teatro della Fortuna.
In occasione dello spettacolo Fabriano giovedì 5 dicembre, la serata è arricchita da un appuntamento di Marche d’Autore, progetto curato da David Miliozzi e Gionata Arpetti, sostenuto dalla Regione Marche in collaborazione con Confesercenti Macerata. Il progetto consiste in un volume di racconti che indaga la bellezza e la complessità della nostra Regione, presentato prima dello spettacolo al pubblico del Gentile, impreziosito dalle opere d’arte di cinque tra i più prestigiosi artisti marchigiani nel mondo – Enzo Cucchi, Eliseo Mattiacci, Tullio Pericoli, Ubaldo Bartolini e Silvio Craia – in mostra, per l’occasione, nel foyer del teatro.
Il dissolvimento dell’antico mondo e la contraddittorietà del presente come materia di trasformazione parodistico-fantastica attraversano lo spettacolo. “Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia – scrive Alessio Boni nelle note allo spettacolo – riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò? È meglio vivere a testa bassa, inseriti in un contesto che ci precede e ci forma, in una rete di regole pre-determinate che, a loro volta, ci determinano? Gli uomini che, nel corso dei secoli, hanno osato svincolarsi da questa rete – avvalendosi del sogno, della fantasia, dell’immaginazione – sono stati spesso considerati “pazzi”. Salvo poi venir riabilitati dalla Storia stessa. Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri, Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e, perché no, Don Chisciotte”.
La drammaturgia dello spettacolo è di Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer e Francesco Niccolini. Con Alessio Boni e Serra Yilmaz in scena ci sono Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari ed Elena Nico e il ronzinante Nicoló Diana. Le scene sono di Massimo Troncanetti, i costumi di Francesco Esposito, le luci di Davide Scognamiglio e le musiche di Francesco Forni.
Per informazioni: Fermo 0734 284295, Fabriano 0732 3644, Fano 0721 800750.
Inizio spettacolo ore 21, tranne Fano 22 dicembre ore 17.