Scuola di platea® è un progetto di formazione dedicato agli studenti delle scuole secondarie superiori nato nel 2005. L’iniziativa è curata dall’ AMAT, soggetto riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali quale ente di distribuzione, promozione e formazione del pubblico, in collaborazione con il Corso di Storia del Teatro e dello Spettacolo dell’Università di Urbino “Carlo Bo”. Obiettivo del progetto: avvicinare gli adolescenti al teatro, stimolarne la curiosità e seguirli nella formazione di una coscienza critica. Come farlo? Attraverso la più semplice delle soluzioni: offrire l’esperienza di altri giovani spettatori appassionati, gli universitari, e la possibilità di un confronto diretto con i protagonisti dello spettacolo visto a teatro. Il progetto si allaccia naturalmente alla visione di uno spettacolo a teatro e si sviluppa in tre “atti”. | |
ATTO I Nel primo atto del progetto Scuola di platea® allievi ed ex allievi del Corso di storia del Teatro e dello Spettacolo dell’Università di Urbino incontrano gli studenti per presentare il testo drammatico oggetto della rappresentazione programmata a teatro. Attraverso la lettura di alcuni brani dell’opera s’intende coinvolgere il gruppo in un dibattito volto all’individuazione dei temi trattati dall’autore e le possibili letture. All’analisi del testo drammatico segue quella del testo scenico con la presentazione della compagnia, l’introduzione di materiali critici relativi allo spettacolo e la formulazione di alcune ipotesi sulle possibili soluzioni registiche adottate nella messa in scena. L’incontro si caratterizza per la vivace immediatezza d’approccio con cui intervengono i giovani relatori completamente responsabili della “lezione” nei modi, tempi e nei contenuti. |
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ATTO II Il cuore del progetto è costituito dalla visione dello spettacolo a teatro. Invitare gli studenti nell’ambito della regolare programmazione stagionale, che si svolge, quindi, in orario serale, è una scelta motivata dal desiderio di stimolare una diversa consapevolezza nei ragazzi: non più studenti a teatro ma spettatori coscienti e responsabili, parte integrante di un vero pubblico. Questi appuntamenti hanno spesso restituito ai ragazzi un’immagine totalmente inaspettata del teatro, come luogo di aggregazione, per confrontarsi con i coetanei sui temi proposti dagli spettacoli, come luogo di scoperta perché la parola di Shakespeare, Pirandello e Goldoni si rivela profondamente attuale e infine come luogo di divertimento alternativo. |
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ATTO III A concludere il percorso un incontro con la compagnia guidato dallo staff di Scuola di platea®. Il rapporto diretto tra ragazzi e protagonisti annulla la distanza tra attore e spettatore permettendo ad entrambe le parti di conoscere le impressioni generate dall’esperienza condivisa, lo spettacolo, e di confrontarsi sulla messa in scena e sul testo. Aneddoti e curiosità arricchiscono questo momento che offre inevitabilmente un senso diverso alla visione dello spettacolo. L’incontro rappresenta una preziosa opportunità di formazione per i giovani che entrano in contatto l’esperienza professionale e umana dei protagonisti della scena nazionale. |
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DICONO DI SCUOLA DI PLATEA… | |
La prova tangibile della validità del progetto credo di averla ogni volta che, all’uscita dal foyer, sento le voci emozionate degli studenti chiedermi:” Buonasera prof, Le è piaciuto lo spettacolo?” Prof.ssa Claudia Rondolini – Pesaro Positivo è stato l’incontro con la compagnia. Questo contatto diretto può essere molto utile x la formazione, perché sviluppa un senso critico e una maggior capacità dialogica. Lorenzo, studenteAvevo del teatro un’immagine antica, polverosa, riservata prima di partecipare al progetto Scuola di Platea. L’esperienza è stata indimenticabile…Cambiare, migliorare un’idea vuol dire crescere. Offrire a tutti i ragazzi, indistintamente, l’opportunità di scoprire, in prima persona, che possono essere non solo spettatori, ma protagonisti di un’esperienza individuale e collettiva, stimolante, ricca e diversa per ciascuno, testimoni di un evento unico e irripetibile, e per questo ancor più prezioso.
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DICONO DEGLI SPETTACOLI… |
“Esodo” racconta una parte della nostra storia che spesso non viene menzionata tra i banchi di scuola: l’esodo
Simone Cristicchi, immedesimandosi in coloro che hanno vissuto questa realtà, riesce ad arrivare al pubblico in modo diretto e sincero.
Ha emozionato, partendo dal vissuto del singolo per raccontare quella storia che è solitamente narrata attraverso fatti e date.
L’alternarsi di monologhi, immagini e canzoni ha reso lo spettacolo vario e coinvolgente.
L’omaggio di Cristicchi per i personaggi a cui ha dato voce è stato un gesto onorevole e per il pubblico un momento toccante e di riflessione, nonostante il vero merito vada all’artista che ha permesso di conoscere a molti una storia spesso ignorata.
TWEET: Uno degli spettacoli più belli ed emozionanti a cui abbiamo mai assistito #ESODO
Dai ragazzi del Liceo scientifico V.Volterra di Fabriano
Esodo di e con Simone Cristicchi è andato in scena il 9 febbraio 2020 al Teatro Gentile di Fabriano
A Jesi abbiamo visto FURIOSO ORLANDO, per la regia di Marco Baliani [13 e 14/03/2012]
Insomma, volete sapere i principali ragioni per cui correre a vedere il Furioso Orlando con Stefano Accorsi e Nina Savary, per la regia di Marco Baliani? Perché è uno spettacolo interessante, avvincente e fuori dal comune, come lo è anche il poema ariostesco, che fa riflettere, con ironia e serietà insieme, su argomenti sempre attuali, oggi come cinquecento anni fa; perché la cornice offerta in questo particolare caso dal meraviglioso teatro Pergolesi di Jesi dimostra la versatilità di un’opera di “donne, cavalieri, armi ed amori”, che anche a teatro non perde di fascino; perché Stefano Accorsi e Nina Savary sono due interpreti straordinari che riescono a coinvolgere a colpi di ottave un pubblico esigente e variegato, non deludendone le aspettative; perché la regia di Marco Baliani è attenta ai particolari e non lascia nulla al caso; perché l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto, che diventa il Furioso Orlando, è un’opera che non conosce il passare del tempo e che ci rende consapevoli delle nostre vite, trascorse a correre senza sosta dietro ad un obiettivo, che solo alla fine scopriamo essere un ciclico rincorrere noi stessi. Martina Beldomenico
A Fermo abbiamo visto Alexis di Motus [17/04/2012]