con attrici e attori di Potenziali evocati multimediali
regia Gabriele Vacis
scenofonia Roberto Tarasco
cori a cura di Enrica Rebaudo
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con PoEM Impresa Sociale
con il supporto di ArtistiAssociati – Centro di produzione teatrale
distribuito da CMC Nidodiragno
Antigone e i suoi fratelli mette in scena uno dei personaggi femminili più importanti della storia del teatro attraverso due tragedie: Fenicie di Euripide e Antigone di Sofocle, perché conoscendo gli antefatti è possibile comprendere meglio le scelte di Antigone. Poi ci sono le risposte degli attori ad alcune domande che il testo ci
ha posto: Avete qualcosa per cui vale la pena vivere? Avete qualcosa per cui vale la pena morire? Quando avete compiuto azioni eccessive? Quando avete avuto paura per qualcuno? Quando è stato troppo tardi?
Antigone nel corso dei secoli, dei millenni, è stata il simbolo della rivoluzione ma anche della conservazione più oscurantista. Negli ultimi anni, per esempio, era di moda prendere le parti di Creonte: Antigone potrebbe essere
la sorella di un capomafia che pretende funerali con fuochi d’artificio per il fratello assassinato e Creonte il giudice che nega l’autorizzazione.
All’epoca dei tragici, nel quinto secolo avanti Cristo, in Grecia, stavano inventando la democrazia. Ed Antigone potrebbe essere l’erede di un’aristocrazia che difende antichi privilegi di fronte al nuovo che avanza.
È comprensibile che gli anni appena passati chiedessero legalità dopo decenni di leggi “ad personam”, che facessero il tifo per la ragion di Stato, che è Creonte. Per contro, quando io avevo l’età dei ragazzi che sono in scena nello spettacolo, ribellarsi era giusto! Com’era giusto per i genitori della mia generazione, che andavano in montagna a fare i partigiani quand’erano ancora adolescenti.
Argomenti che coinvolgono l’umanità nel ventunesimo secolo come nel IV secolo a.C. Cristo, fino alle domande fondamentali a cui costringono settant’anni di pace in Europa: c’è qualcosa per cui saremmo disposti a morire? E, di conseguenza: per cosa vale la pena vivere? Sono questo i classici, comprendono la cosa e il suo contrario, contengono i paradossi, sono specchi che riflettono gli sguardi di un’epoca.
Note di Gabriele Vacis
3-10-20-31 luglio, ore 20 – Urbisaglia, Anfiteatro Romano
DINNERTAU
a cura di Comune di Urbisaglia e Direzione Regionale Musei Marche
informazioni e prenotazioni Ufficio turistico Urbisaglia 0733 506566 – turismo@comune.urbisaglia.mc.it
prenotazione obbligatoria (cena a pagamento)
URBISAGLIA_Anfiteatro Romano giovedì 31 luglio ore 21.15
Biglietti 15 euro – 12 euro ridotto under 25, over 65 anni, convenzionati vari in prevendita QUI
Ufficio turistico Urbisaglia 0733 506566
dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19
Biglietteria Anfiteatro Romano
la sera di spettacolo dalle ore 19
INFO AMAT 071 2072439
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