due assoli di Ziya Azazi
Nella prima parte dello spettacolo, Azazi impiega le gonne come elemento essenziale e integrante della danza. Le gonne assumono ruoli molteplici, divenendo simboli mutevoli e ricchi di significato. Le loro forme in continuo cambiamento riflettono la fluidità e la versatilità della danza stessa. Non si tratta semplicemente di costumi, ma di un’estensione dell’identità artistica di Ziya Azazi. Le gonne diventano la sua compagna, il suo mantello, e il velo dietro il quale si cela e si rivela allo sguardo del pubblico. Questo dialogo corporeo e simbolico tra Azazi e le gonne dà vita a un’esperienza dinamica e visivamente affascinante.
Uno degli elementi chiave della sua performance è il moto rotatorio ripetuto: la rotazione. Essa assolve a una duplice funzione. Da un lato, accresce la consapevolezza fisica dell’artista, richiedendo un controllo preciso del corpo e del movimento; dall’altro, induce uno stato meditativo, in cui sia il danzatore sia lo spettatore possono trascendere il piano fisico per accedere a un livello di illuminazione e connessione spirituale.
Ember è un assolo che si concentra su una figura resa più saggia dal fuoco donato da Prometeo, che cerca di dare un senso alla propria esistenza illuminando, ma finisce per bruciarsi con quello stesso fuoco, nel corso di migliaia di anni. La nostra esistenza, che Rumi ha riassunto in tre parole: “Ero crudo, sono stato cotto, poi bruciato”, trova espressione nel linguaggio coreografico di Ziya Azazi attraverso la terminologia di DIP — ripetizione, vortice e struttura progressiva. In quest’opera, Azazi offre una performance straordinaria, sfruttando la magia del fuoco e della fiamma grazie a un originale impianto scenico e a un’ingegneria minimale. Il fuoco diviene metafora della luce cercata dall’anima: inizialmente acceso per portare chiarezza, finisce col diventare una trappola soffocante. La ricerca di significato si trasforma in lotta, poiché l’individuo si ritrova prigioniero dei limiti imposti dalla propria stessa esistenza.
La rotazione, fondamento dell’essere, occupa un ruolo centrale nel percorso artistico. Attraverso il vortice del movimento, l’artista tenta di comprendere e manifestare il proprio io autentico. Essa incarna al tempo stesso la ripetizione e l’intreccio di inizio e fine. Simboleggia lo sforzo incessante dell’artista per sopravvivere e dare un senso alla vita, illuminandone le sfumature più complesse. Tuttavia, in certi momenti, proprio questo sforzo sembra alimentare il fuoco che lo circonda, complicando ulteriormente il cammino verso la comprensione.
3-10-20-31 luglio, ore 20 – Urbisaglia, Anfiteatro Romano
DINNERTAU
a cura di Comune di Urbisaglia e Direzione Regionale Musei Marche
informazioni e prenotazioni Ufficio turistico Urbisaglia 0733 506566 – turismo@comune.urbisaglia.mc.it
prenotazione obbligatoria (cena a pagamento)
URBISAGLIA_Anfiteatro Romano giovedì 10 luglio ore 21.15
Biglietti 15 euro – 12 euro ridotto under 25, over 65 anni, convenzionati vari in prevendita QUI
Ufficio turistico Urbisaglia 0733 506566
dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18
Biglietteria Anfiteatro Romano
la sera di spettacolo dalle ore 19
INFO AMAT 071 2072439
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