Arca Azzurra Produzioni e Teatro Stabile di Verona
AMANDA SANDRELLI
LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
adattamento e drammaturgia di Francesco Niccolini
con Alex Cendron e Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali,
Massimo Salvianti, Lucia Socci
scene Antonio Panzuto
regia Paolo Valerio
«Fra tutte le Commedie da me sinora composte – scrive Goldoni nell’avvertimento al lettore – starei per dire esser questa la più morale, la più utile, la più istruttiva. Sembrerà ciò essere un paradosso a chi vorrà fermarsi a considerare il carattere della Locandiera, e dirà anzi non aver io dipinto altrove una donna più lusinghiera, più pericolosa di questa.»
La scena, precisa Goldoni, è a Firenze e questo è un grande affresco di toscanità.
Mirandolina è una donna feroce, abituata a comandare, “toscanamente” autoritaria e incline al tornaconto: lotta per portare avanti la locanda dopo la morte del padre, lotta in contemporanea contro un marchese squattrinato, un ricco volgare che si è comprato una contea, il misogino cavaliere di Ripafratta, un cameriere tutto fare che odia ricchi e nobili e che non vuole staccarsi dalla sua padrona, possibile sposa; lotta per affermare la forza e la dignità di una donna in un mondo in cui le donne sono solo oggetto di piacere o di disprezzo. Il desiderio intimo di Mirandolina è sì piacere, ma anche perché, piacendo, la cassa si rimpingua: la sua civetteria non è frivolezza, è calcolo».
«Nel feroce mondo nuovo che Carlo Goldoni sa dipingere – sottolinea nella nota di regia Francesco Niccolini -, la locandiera chiude tutte le porte e resta l’indiscussa padrona della sua vita. Al sicuro, certo, ma spogliata di quel turbamento amoroso che, inatteso, è arrivato a stravolgere la vita e i piani. Rinuncia, Mirandolina. Si sposa cinicamente, con il commento più feroce che mai abbia accompagnato una brulla cerimonia: “Anche questa è fatta”. E tutti vissero infelici e scontenti».
dove:
OSIMO 15/01/2018